Il progetto di restauro della Chiesa di Santa Maria Maggiore a Mirandola (Modena), Duomo di Mirandola, consisteva nel conservare le parti rimaste, consolidandole per quanto possibile, ricostruendo le parti superiori crollate (coperture e volte) in modo leggero, ma adeguatamente resistente per trasferire le forze sismiche ai presidi resistenti, costituiti essenzialmente, in direzione trasversale, dalla facciata e dal campanile.
Dal 20 maggio 2012 al 21 settembre 2019 il Duomo di Mirandola è rimasto chiuso a causa dei gravissimi danni causati dal terremoto dell’Emilia del 2012.
Il progetto di restauro e miglioramento sismico del Duomo è stato curato dallo Studio Comes di Sesto Fiorentino, in particolare dall’Arch. Carlo Blasi e dall’Ing. Susanna Carfagni, che ha assunto anche la direzione lavori, mentre il coordinamento per la sicurezza è stato svolto dall’Arch. Enrico Miceli. L’impresa capogruppo è stata la Bottoli Costruzioni di Mantova; imprese mandanti Alchimia Laboratorio di Restauro di Cavezzo, Caem Group di Curtatone e Martini & Martini Impiantistica di Magnacavallo.
Dopo i lavori di messa in sicurezza, il progetto prevedeva interventi di raddrizzamento della sommità delle pareti della navata centrale con consolidamento e parziale ricostruzione delle parti danneggiate a seguito del terremoto. Inoltre prevedeva la realizzazione di nuova struttura leggera di copertura della navata centrale e sinistra, costituita da capriate di legno lamellare/acciaio, arcarecci di legno lamellare e tavolato microlamellare. La ricostruzione delle volte crollate è stata realizzata con materiali leggeri e con caratteristiche fono-assorbenti.
Il rilievo Laser Scanner è risultato più complesso del solito, data la presenza delle opere provvisionali che erano addossate alle pareti e strutture, occupando gli spazi interni. Il lavoro di scansione e pulitura delle nuvole di punti è quindi risultato molto oneroso in termini di tempo.
Dopo l’allineamento e la pulitura delle scansioni è stato possibile esportare una nuvola di punti che ha consentito la ribattitura 2D delle varie piante e sezioni, ed una Mesh 3D su cui è stato modellato il progetto in 3D.
Attraverso la tecnologia Laser Scanner 3D è stato possibile individuare tutte le incognite relative alla realizzazione della copertura. Una volta modellate le capriate lignee e le volte leggere in 3D, sulla base delle misurazioni effettuate, è stato possibile correggere in corso d’opera il progetto iniziale, anticipando ogni tipo di problematica futura.
Il 21 settembre 2019 il Duomo restaurato è stato riaperto al culto dopo soli due anni dall’inizio lavori. Esempio di come la tecnologia Laser Scanner può fare la differenza in termini di tempo e affidabilità.